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PARLIAMO DI RIPRESA!


ripresa economicaCon il meeting organizzato da Comunione e Liberazione si riapre ufficialmente la stagione politica in Italia. Siamo nell’ultima fase del Governo Monti in attesa delle elezioni del 2013, come previsto dalla Costituzione.

Tirando le somme alla fine del meeting, ogni partecipante ha espresso la propria opinione su come dovrebbe essere implementata la fase 2:

 

  • Monti si concentra sull’evasione fiscale, dopo avere spiegato le importanti riforme introdotte in Italia durante il suo Governo;
  • Passera e Ciaccia parlano di infrastrutture e di sgravio dell’IVA nel settore. Passera parla dell’annoso problema delle tasse, ritenute da tutti troppo alte e dice che si dovrà prenderne in considerazione una riduzione. Finalmente qualcosa di nuovo.

Fuori dal meeting, anche il Ministro Fornero dice che il cuneo fiscale sulla busta paga è troppo alto.

Resto un po’ allibito da tali dichiarazioni. Sembra di riascoltare Fini, Casini, Bersani, Berlusconi & company, che assurdamente si riproporranno per il cambiamento del Paese. Dichiarazioni che sanno solo di politica, tentando di legittimare un secondo mandato.

Dov’è finito il “Governo Tecnico”? Quello che doveva rilanciare il Paese, farci uscire dalla crisi e farci ripartire?

Da un certo punto di vista, non c’è mai stato; tante parole e tante promesse andate perse nei meandri di un Parlamento gestito da una classe dirigente sciagurata, che ancora si propone per un cambiamento. Roba da ridire.

Sono stato in vacanza in Italia per un breve periodo, come le poche persone che ne hanno avuto la possibilità. Ho riscontrato una situazione da brivido:

  • Code alle pompe di benzina nei fine settimana: senza distinzioni di cilindrata, le persone erano in fila per risparmiare. Ricordiamoci che dal 2010 ad oggi il prezzo della benzina è passato da 1,2 Euro ai 2 Euro per litro toccati di recente (invito a verificare i dati del costo del greggio per rendersi conto della presa in giro quotidiana). Ricordiamoci che lo Stato incassa il 60% del prezzo pagato dai consumatori, ogni commento risulta superfluo;
  • Strutture alberghiere vuote;
  • Mare con bandiera nera su molte coste;
  • Località turistiche quasi deserte.

La tradizione italiana delle ferie ad Agosto sembra sparita.

Ma la cosa peggiore è che, parlando con la gente, si sente sulla pelle tanta incertezza e paura per il futuro.

Per riassumere, nessuno ambisce allo status di esodato ed essendo vicini all’età pensionabile, molti hanno paura di non riuscire a trovare un posto di lavoro che gli possa permettere di raggiungere la tanto sospirata meta.

L’Italia continua ad essere un paese privo di politica industriale, dove le eccellenze vengono “regalate” ad attori internazionali:

  • Bulgari;
  • Valentino;
  • Ducati;
  • Edison.

Sono solo alcuni degli esempi legati allo scempio di pilastri del nostro sistema, ceduti agli stranieri per pochi spiccioli.

Ho toccato con mano l’incertezza dei miei coetanei, spaventati dal fatto di non avere sicurezza; non si sa dove andare per poter lavorare e farsi un futuro. Ricordiamo a tutti il dato agghiacciante della disoccupazione giovanile. Non tutti hanno la possibilità di rischiare all’estero o di spostarsi per tentare sorte migliore in zone diverse da quella in cui sono nati.

Si riscontra forte incertezza anche negli imprenditori che decidono di restare, imprenditori che sono schiacciati da una macchina burocratica lenta, macchinosa e costosa che rende il nostro sistema economico pesante ed inefficiente.

A tutto ciò si aggiunge la difficoltà di accedere al credito, visto l’alto tasso che le banche pagano per comprare denaro. Tale tasso viene retrocesso con mark-up a quei pochi imprenditori che possono rispettare le regole di Basilea.

In un contesto del genere, non so come si possa dire che siamo usciti dalla crisi. Dal mio punto di vista siamo usciti solo dalle barzellette e dai Bunga Bunga, ma per il resto il Paese si trova in una situazione che non avrei pensato di dover commentare.

Ho sempre sostenuto che ci troviamo in momento di crisi globale; noi siamo colpiti dalla crisi dell’Europa e vari paesi sono in difficoltà. La situazione si rispecchia nelle forti turbolenze dei mercati finanziari con effetti immediati nell’economia reale.

Tuttavia, in Europa c’è anche chi ride: la Germania.

Tutti ammiriamo il sistema tedesco, esempio di efficienza con:

  • PIL positivo;
  • Aziende in crescita.

Tuttavia c’è un fattore incognito da considerare: che tasso ha il debito della Germania?? La risposta è chiara: quasi il 4,5% in meno rispetto all’Italia.

Se traduciamo questo numero come costi minori da sostenere, è più facile capire perché il Paese presenta numeri positivi e perché la Germania fa muro alle misure rivolte a stabilizzare gli spread e rilanciare l’economia attraverso iniezioni di liquidità.

Di sicuro loro sono stati più bravi di noi nel passato, spendendo e gestendo meglio.

Ma oggi, cosa fare?

Di sicuro, sostenere le azioni di Hollande: senza sviluppo non ci può essere ripresa. Per favorire lo sviluppo bisogna migliorare:

  • Accesso ai capitali;
  • Circolazione di liquidità.

La Germania si sta opponendo ad entrambe le azioni per non perdere la sovranità conquistata in un sistema che premia i più efficienti.

Detto questo, cosa dobbiamo sperare?

C’è molto poco da sperare nella classe politica italiana. Parliamo di persone che governano da 30 anni e che da 30 anni ripetono le stese cose. Diamo adito al Governo attuale per aver recuperato un po’ di credibilità a livello internazionale, ma per il resto è sempre tutto uguale: tante promesse con pochi risultati concreti. I dati numerici in tema di PIL e di disoccupazione non evidenziano successo, ma solo un ennesimo fallimento.

Volendo essere realisti sul futuro dell’Italia, dobbiamo sperare in uno scatto d’orgoglio nelle persone, sperare che da sole riescano a trovare la forza e la capacità, per poter ripartire.

Per riuscirci, vista la crisi globale che imperversa, c’è bisogno di anche di qualcosa in più. C’è bisogno di più Europa come motore di economia reale al fine di uscire realmente da questa crisi che ancora non presenta alcuna via di uscita.

MADE IN ITALY?????


made in italySi assiste impassibili a quello che ormai sta diventando un inesorabile declino non solo culturale e di costume, ma anche e soprattutto di tipo imprenditoriale. Il made in Italy rischia di essere solo un etichetta poiché il sistema Italia non riesce a dare risposte ad un cambiamento esponenziale che la globalizzazione sta causando e lavorando in Tax & Advise, tale fenomeno si scontra giornalmente sulla mia scrivania.

Basti pensare alla vicenda Bulgari, azienda leader nel mercato del lusso:

  • Ottima posizione di mercato

  • Ottimo conto economico

  • Ottimi ritorni per gli azionisti

In pratica una gallina dalle uova d’oro da non farsi sfuggire. Ecco, siamo stati capaci dai farla espatriare in Francia in un batter d’occhio, senza che nessun imprenditore/investitore italiano abbia neanche provato a sistemare le cose. L’unico sistema è stato creato con quattro soldi (e tutto a carico dello stato) solo per Alitalia, dimenticandosi di leggere tra le righe del patto di sindacato che palesa il fatto che anche questa azienda andrà a finire ai francesi di Air France.

Abbiamo assistito in pratica ad un silenzio assordante del sistema Paese in cui la Politica ancora una volta era impegnata alle sue solite barzellette quotidiane.

Nulla contro I cugini francesi ,ma solo delle valutazioni: com’è possibile che ormai l’Italia non riesca più a fare sistema costituendo un paese leader in grado di diventare cacciatore più che preda?

Di sicuro la storia del nostro paese ancora legata ad un capitalismo familiare non aiuta, ma di certo sarebbe necessario aprire una discussione al fine di capire dove un paese vuole arrivare; cosa vogliamo fare “da grandi”?

La domanda è semplice: saremo in grado di difendere il Made in Italy dalla globalizzazione, dalla speculazione di borsa o dagli investitori stranieri?

Non basta avere un Brand; è necessario che la proprietà e la produzione siano mantenute sul territorio nazionale al fine di generare quella ricchezza che ha sempre permesso alla nostra creatività di andare Avanti.

Attualmente i dati pubblicati sul Sole 24 ore mostrano che la situazione del Sistema Italia non è di certo ottimale. Due fra tutti gli esempi:

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-03-08/trenta-fallimenti-aziendali-giorno-211623.shtml?grafici

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-03-08/trenta-fallimenti-aziendali-giorno-211623.shtml?uuid=AaH7hYED

In pratica la percentuale di fallimenti aziendali è in aumento e alla luce di tali dati il paese non risponde perché:

  • Il sistema bancario si è esposto eccessivamente nella grande industria. Pensiamo ad alcune creative operazioni finanziaria in cui le banche si sono autocoinvolte:

    • Telecom Italia

    • Alitalia

Ci sarebbe una lista infinita. Tutto ciò danneggiando le medie aziende, oggi anche penalizzate da requisiti più complessi nell’erogazione del credito a seguito di Basilea 2.

  • Il sistema politico non cerca di discutere in alcun modo del nostro futuro e non promuove politiche industriali che coinvolgano il nostro paese. Abbiamo visto qualche Ministro impegnato nel dare una direzione al nostro sistema che deve fare i conti con la concorrenza di prezzo di India e Cina e un nanismo che non consente di aggredire con forza il mercato estero? In tutto ciò la gestione politica è anche responsabile di ridurre la liquidità delle imprese poiché lo Stato, nella forma di migliaia Enti Pubblici, è il principale creditore delle Imprese Italiane.

Il silenzio in materia diventa assordante quando l’impostazione fiscale viene lasciata invariata a livelli per cui gli imprenditori, ma anche i dipendenti, non ricevono nessun beneficio proporzionale ai contributi versati. Tutto ciò, insieme ad una normativa stringente sul lavoro in cui la parola meritocrazia non esiste, crea difficoltà nello sblocco delle assunzioni; si mantiene il precariato perenne che ormai è parola d’ordine per le persone della mia età nel nostro Paese.

Questo contribuisce al fenomeno di delocalizzazione delle nostre aziende perchè, guardando al conto economico e alla globalizzazione, un imprenditore si trova costretto ad avere stabilimenti all’estero per stare a galla e ridurre I costi del personale.

La situazione non è di certo da prendere sottogamba; ci vorrebbe una scossa data dal buon senso che ci porti a pensare che è tempo di guardare al di là dei nostri confini.

Solo così tuteleremo il tessuto socio economico ed eviteremo l’estinzione del Made in Italy come garanzia di stile e di qualità. Al momento il Made in Italy si sta avviando verso la personificazione di un puro e crudo elemento di marketing.

 

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UNO SPRECO DI NUMERI E PAROLE


tasse numeri e paroleSeguendo la realtà contemporanea degli avvenimenti in Italia, che leggiamo oggi che il nostro Governo ha varato per la seconda volta il pacchetto liberalizzazioni.

Questo prevede una modifica nella nostra Costituzione all’articolo 41 ed introduce il principio, largamente usato in Inghilterra, che ogni attività imprenditoriale è libera purché non sia esplicitamente contraria alla legge.

Ci sono due aspetti necessari da dovere sottolineare:

  • E’ necessaria una modifica della costituzione e pertanto, anche se ci troviamo di fronte a un’idea legittima, non sarà facile applicare immediatamente tale cambio poiché è obbligatorio il consenso di entrambi I lati del Parlamento. Pertanto è come se oggi fosse iniziata una partita a scacchi molto interessante, per gli appassionati, ma dal futuro incerto soprattutto alla luce di un parlamento che alla Camera è spaccato e che si confronta con una leadership politica sminuita da scandali di poco valore;

  • Viene riproposta un misura già introdotta. Testimone di ciò un articolo pubblicato su questo Blog meno di un anno fa, in Giugno 2010, dal titolo “Idee per il Rilancio”. Alla fine e’ successo ciò che avevamo ipotizzato, ovvero tipica soluzione italiana: i decreti o e le leggi vengono soffocati dalla burocrazia interna al nostro apparato pubblico.

Non voglio criticare la misura, anzi darebbe slancio alla fase iniziale di un’impresa evitando lungaggini burocratiche. Dico solo che questa è una misura che viene riproposta perché la soluzione giuridica l’ultima volta non godeva della forza necessaria e ritengo allo stesso modo che in parlamento non vi siano i numeri e la volontà tali da volere realmente riformare un sistema obsoleto.

Altra questione ormai dannosa in Italia è relativa alla parte Fiscale. Il Governo, superate le feste ed i festini pensa ad una riforma Federale del sistema fiscale con l’intento di:

  • Avvicinare I cittadini allo Stato (in questo caso rappresentato in prima battuta dalle Regioni);

  • Aumentare l’interesse da parte delle Regioni nel controllo del territorio in tema di evasione fiscale.

Queste interessanti idee rientrano in una logica che comunque dovrà confrontarsi con una realtà in cui tutte le Regioni Italiane sono responsabili del grosso del Deficit che lo Stato produce. Pertanto questa Riforma sarebbe da rivedere soprattutto dal lato della gestione della Spesa, poiché fino ad oggi le Regioni non hanno dimostrato alcuna responsabilità.

In tutto questo viene anche da pensare che il Governo centrale non sia stato da meno e viene spontanea una piccola risata per non piangere su una situazione immobile.

A ciò si unisce l’Agenzia delle Entrate che al fine di tamponare il debito e la spesa, ormai arriva ad ipotizzare il reddito di tutti. Siamo arrivati all’assurdo con il rilascio dei documenti in merito ad alcuni acquisti.

Commentando ciò, non significa che sono a favore della evasione fiscale, le tasse sono un elemento di giustizia sociale, ma penso che basti guardare a questo report. Consiglio di andare a pg 99 per rendersi conto del carico fiscale delle imprese italiane e anche sulla parte lavorativa.

I numeri hanno un potere incredibile, sono crudi e non lasciano spazio alla libera interpretazione: la posizione dell’Italia su scala globale tassazione la n° 167 con tassazione delle imprese al 68,6% e quella personale al 43.4%.

Basta guardare gli altri Paesi Europei per respare stupefatti e vi invito vivamente a scorrere il report.

Ecco una domanda che sembra sorgere spontanea: come mai una tassazione così alta produce:

  • un deficit permanente?

  • servizi insufficienti?

  • insoddisfazione di imprese e lavoratori?

E’ chiaro che la evasione fiscale aggrava la situazione, ma lo Stato deve spiegare dove e come vengono dissipati gli enormi fondi testimoniati da questi dati numerici inconfutabili.

Invitando a leggere il già citato libro “La Casta”, uno spaccato della realtà dirigenziale Italiana, sottolineo che un cittadino Italiano percepisce il pagamento delle tasse come una vera e propria ingiustizia esclusivamente perché tale denaro sfocerà nell’improduttività e nell’inefficienza dei servizi comprati dallo Stato a caro prezzo. A questo punto, chi è responsabile dell’evasione fiscale?

Penso che ogni misura sia politica che operativa richieda e renda necessaria un’ operazione verità, in cui la burocrazia che blocca il nostro paese venga rimossa e magari vi sia un vero cambiamento non di simboli ma di idee.

E’ necessario e doveroso cambiare e invertire la rotta, pena la crescita della distanza tra i cittadini e lo Stato per cui vedremo sempre nuove statistiche in cui si parlerà di alta tassazione, ma anche di alta evasione, senza una chiara consapevolezza delle ragioni soggiacenti. La coercizione non ha mai prodotto e mai produrrà benefici palpabili e reali.

 

AVIDITA’ O VERITA’


Wall StreetIn questi ultimi giorni mi sono ritrovato a leggere notizie che danno molto da riflettere per i messaggi intrinseci che portano.

Da un’ analisi della situazione internazionale si evince che:

–          Le istituzioni Internazionali, IMF e BCE, sono organismi sovranazionali che non riescono ad avere alcun potere decisionale;

–          I principali Istituti Finanziari, tipo City – JP Morgan, ecc…..- responsabili della crisi mondiale insieme a tanti altri presentano numeri in termini di risultati economici mai visti prima;

–          I Governi si trovano costretti ad affrontare una situazione economica e sociale al proprio interno caratterizzata da Alti Deficit Pubblici con Aumento del Tasso di disoccupazione.

Sulla base di quanto sopra riportato sembra doveroso effettuare alcuni ulteriori approfondimenti.

Prendiamo in considerazione questi Organi Sovranazionali che dovrebbero garantire Vigilanza ed Indipendenza in quello che dovrebbe essere un “Best Interest” collettivo. Questo principio avrebbe dovuto guidare i suddetti organi:

  • L’ IMF avrebbe dovut imporre due cose sullo scenario finanziario in termini di regolamentazione:

–          Un freno alla mancanza di trasparenza in merito all’uso degli hedge fund ed allo stesso modo una pretesa di maggiore Eticità nell’uso di questi. Il mercato deve avere una logica legata ai suoi fondamenti e non solo alle speculazioni. La voglia di potere porta a perdere di vista l’immagine reale ed il mercato viene trasformato in una sorta di casinò con molti soldi in ballo ma anche con tante persone assolutamente all’oscuro delle dinamiche soggiacenti.

Nulla fatto e nulla cambiato, siamo ancora allo stesso punto in cui i signori CEO pensano solo ai loro bonus con tutti e benefit collegati;

–          Un blocco o una migliore regolamentazione degli strumenti quali MBS e CBS, strumenti utilizzati nelle operazioni di Cartolarizzazione.

Nulla, anzi si continua a modificarne l’uso con dei meccanismi rivelati anche dal genio della finanza globale Alan Greespan il quale, in un’ intervista dichiarà: “Io sono in gamba in Matematica, però non riuscivo mai a capire come mai mettendo insieme degli strumenti con rating spazzatura si potesse avere un rating di prodotto strutturato di tipo AAA” . E’ possibile due uova marce producano una buona frittata?

  • La BCE, remore del risultato finale sfociato nella quasi Bancarotta della Grecia avrebbe dovuto alzare la voce respingendo le proposte dei Politici, la maggior parte dei quali non capiscono nulla di finanza o economia, sul patto di marmellata, fatto al fine di rendere più flessibili i criteri di sanzione nei confronti dei paesi Euopei che sforano i parametri di Mastricht. Non bisognerebbe permette di avere al contempo il controllo della dinamica della Spesa Pubblica e della gestione dei bilanci.

Risultato: il Presidente della BCE ha sottolineato l’inadeguatezza del patto, ma i governanti Europei, tutti fuori parametro, hanno detto che non spetta alla BCE Europea decidere la politica economica in Europa, ma ai governi che sono nominati dai cittadini.

Vediamo cos’ è successo nei bilanci delle principali banche che meno di 12 mesi fa viaggiavano sull’orlo della bancarotta. In tale periodo, nessuno dei strapagati esperti riusciva a spiegare come fosse stato possibille che in America si sia arrivati a un buco di 3 Trilioni di dollari; oggi si celebrano i migliori risultati mai visti nei loro bilanci.

Dimenticano che se non fosse stato per i soldi dei contribuenti, molti di loro sarebbero a spasso e dimenticano, e lo fanno anche i signori dei Media, di spiegare in modo chiaro che questi bilanci sono cosi entusiasmanti perchè sono stati fatti sparire dai documenti i titoli che creano perdita sul conto economico e rendono il valore dell’ azienda, in termini di Patrimonio Netto, vicino allo zero.

Ci vogliono fare credere che sono ritornati più bravi di prima e che pertanto meritano indipendenza nell’uso del denaro altrui, una regolamentazione non troppo severa in termini di controllo e soprattutto rilascio di bonus sempre con molti zeri.

In tutto questo la Politica come al solito scarica sui cittadini l’incapacità di decidere e regolamentare facendo credere che con i tagli nei posti di lavoro (previsti solo in Inghilterra 500.000 nel settore pubblico), o l’innalzamento dell’ età pensionabile, come previsto in Francia ma anche in molti altri Paesei Europei, si vadano a risolvere tutti i possibili problemi in termini di deficit e rilancio dell’ economia interna.

Queste però non sono politiche eque. In uno scenario internazionale, la crisi  non è stata di certo causata da variabili sociali, bensì da parametri legati a:

–          Avarizia

–          Eccesso di Potere

–          Mancanza di realismo

Sarebbe necessaria un’operazione di trasparenza e verità che però nessuno è interessato a mettere in atto perchè alla fine ognuno ha i propri scheletri nell’armadio.

In tutta risposta si programmano azioni Politiche teoricamente volte a garantire un futuro migliore, anche perchè il Mondo è in crisi globale e si finge che queste siano le uniche azioni praticabili, capaci di produrre risultati efficaci.

I nostri Politici dimostrano di non essere realisti e di non essere equi poichè si dimenticano di agire sulla causa di tutti i problemi ossia l’ incapacità di regolamentare i mercati finanziari e i meccanismi con cui si agisce sugli stessi, diventati veri e propri casinò. Mancano solo le escort e le spogliarelliste e si agisce con forme soft ma severe nei confronti della classe media la quale non puo fare lobby.

In mezzo a tutto questo gli organismi sovranazionali vengono tenuti in frigorifero sia dalla politica, che gli dice che non è loro compito decidere come agire, sia dalle stesse dinamiche dei mercati secondo le quali una regolamentazione non farà che bloccare l’economia. Questa è un’opinone condivisa degli stessi soggetti che guidavano le corporation negli anni precedenti.

Alla fine ciò che si nota è triste:  i politici continuano a raccontare chiacchiere in discorsi come al solito ultra generici e prvi di logica; i bankers continuano a fare soldi, mettendo al primo posto quello che in inglese definiamo “Greed”, frase celebre in film come Wall Street, in cui si evidenzia in modo chiaro e palese il disinteresse di questi signori nei confronti del contesto economico sociale che subisce le loro azioni. Per loro “Money is Money, forget the rest”.

Adesso siamo viviamo in un paradosso: questi soggetti fanno più soldi grazie ai contributi dei  tax Payer e richedono di essere addirittura premiati. In mezzo a tutto ciò, le conseguenze negative sono vissute dalla gente normale, la maggior parte della polpolazione, la quale non può far altro che guardare e sperare che prima o poi un po’ di verità e chiarezza vengano a galla.

IL TEATRINO DELLA POLITICA


In uno dei miei ultimi articoli, avevo analizzato alcuni dei punti cardine della recente manovra finanziaria varata dal Governo.
La manovra si presentava con un mix di interventi relativi al taglio della Spesa Pubblica e ad un potenziamento dell’ azione contro l’ evasione fiscale.
Se dall’ azione contro la evasione fiscale è possibile fare valutazioni solo previsionali che andranno poi ridiscusse, nell’ottica del taglio della spesa Pubblica il Governo conta di gettare le basi per la stabilità finanziaria.
Tuttavia, gettando uno sguardo a quelli che sono i dibattiti sviluppati in questi ultimi giorni, si sta aprendo un forte contenzioso tra gli enti locali (soprattutto le Provincie e le Regioni) ed il Governo.
Le ragioni risiedono negli interessi divergenti che vi sono in gioco:
  • Il Governo deve garantire i parametri Europei e la stabilità socio economica di tutta la nazione;
  • Gli Enti Locali devono fare in modo di garantire la continuità dei servizi delegati dalla Costituzione.
Questa differente visione di interessi rappresenta la causa dei conflitti sui quali al momento nessuno è disposto a cedere o fare qualche concessione.
Cerchiamo tuttavia di entrare un po’ nel cuore del problema. Gli Enti locali affermano di avere una partecipazione superiore al taglio della Spesa Pubblica rispetto allo Stato in misura pari al 51%; il Governo da parte sua dice che le Regioni sono responsabili di cattiva gestione, basti pensare a quello che succede nella quasi totalità delle Regioni italiane nel campo della Sanità.
In pratica siamo spettatori di un Ping Pong di accuse e minacce. Non meno importante, molti Governatori avevano minacciato di ritirare le deleghe davanti al Presidente della Repubblica. Purtroppo questo è sufficiente a dimostrare quanto in basso stia andando l’Italia come Paese poiché, soggetti che i dovrebbero rappresentarci ed essere in grado di assumersi responsabilità con proposte e soluzioni, prendono la strada del teatrino della Politica, causa dei mali italiani, e si minacciano dimissioni e finte ribellioni.
Ritengo che non sia questo un modo serio di operare: le cose sono sempre migliorabili e i nostri governanti in toto dovrebbero rendersene conto tralasciando i propri interessi personali e pensando al bene del paese.
Ad esempio vorrei capire:
  • Perchè si parla tanto di sopprimere le Province, organo inutile unico al mondo per esistenza come ente locale, ma l’azione tarda ad arrivare. Come mai i nostri cari Politici non rinunciano a qualche posto di comodo per il bene del Paese?
  • Come mai non si vanno a sopprimere le Comunità Montane al livello del Mare (inutile sottolineare il paradosso in questione);
  • Come mai alcune Regioni anche se con buchi di bilancio possono giustificare 40 o 50 Ambasciate all’estero?
  • Come mai nella maggior parte degli Statuti Regionali si concede l’ indennità a vita non tassabile dopo solo 1 legislatura? La Calabria ha il record di una  mezza legislatura ed è d’obbligo sottolineare che questo punto è stato votato all’unanimità.
Potrei continuare con questa lista di cose annoiandovi con pagine e pagine. Quello che voglio dire è che la nostra classe dirigente è ormai intossicata da quella che è la consuetudine del potere: nessuno di loro a qualsiasi livello è disposto a concedere nulla. Il triste epilogo è che tutto ciò va a discapito dei cittadini che ne  soffrono le dirette conseguenze con pensioni minori ed incremento dei costi dei servizi, rincari autostradali, benzina etc etc. Nessuno dei nostri cari Governanti si assume mai l’onere di agire con responsabilità ricordandosi che abbiamo un Debito Pubblico come nessun altro Paese al Mondo per incidenza pro capite e che viviamo come cittadini sotto una costante cornice di incertezza sul nostro futuro.
Logicamente anche l’ evasione è una parte del problema che tocca molti cittadini, ma tuttavia ritengo che di fronte a un teatrino di bla bla bla i soggetti preferiscano prendere strade differenti.
Prima di concludere vorrei sottolineare un fatto facendo un paragone che incide comunque sulle considerazioni da me effettuate:
tutti sappiamo dello scandalo della Salerno-Reggio Calabria, lavoro che parte 14 anni come manutenzione stradale straordinaria volta ad aggiungere una corsia, ossia a costruire una terza corsia nei tratti percorribili. Ebbene, in data 2010 la spesa è cresciuta di 10 volte quella stanziata inizialmente e, secondo una comunicazione dell’Anas, i lavori verranno ultimati tra 4 anni.
Questo significa budget andato completamente fuori fase in termini temporali ed economici. Bhe, sapete cari signori cosa succede in Calabria: ognuno scarica le responsabilità su Tizio e Caio, ma nessuno agisce al fine di risolvere il problema. In pratica nessuno si è dimesso o non l’abbiamo mai capito, anche perché nessuno ha mai spiegato come sia possibile una tale perdita di controllo temporale e monetario su un progetto relativamente semplice iniziato ormai molti anni fa.
Tale esempio suona terrificante s si tiene a mente un fatto reale: cari lettori, vi devo parlare di nuovo del modello Inglese per le Olimpiadi che si terranno nel 2012 su Londra. Questo è ciò che sta accadendo:
  • Tutti i lavori verranno ultimati con anticipo
  • Sul Budget di1,2 Miliardi di Sterline si risparmierà il 20% che sarà destinato alle Casse Pubbliche;
Cosa ancora più sconcertante per un povero cittadino italiano ormai convinto che ciò che succede in Italia sia la prassi di ogni grande paese, l’altra notizia è che nessuno si bea del risultato poiché tutto questo è considerato un dovere civico in favore della collettività. Con questo chiudo sperando che anche nel nostro Paese si raggiunga prima o poi un tale livello di maturità amministrativa e gestionale.

RIGORE PER IL RILANCIO??


Il nuovo governo Inglese ha presentato la prima finanziaria/budget firmata dal nuovo Cancelliere dello Scacchiere John Osborne.

Come del resto aveva preannunciato il candidato Primo ministro David Cameron durante la campagna elettorale, la nazione si sarebbe dovuta aspettare un radicale cambio nel rapporto Stato/Cittadini.

Lo avevamo  già preannunciato in alcuni articoli precedenti: l’Inghilterrra si trova in un contesto in cui il Deficit Pubblico ha raggiunto percentuali fuori controllo che hanno ripercussioni immediate sulla crescita del Debito Pubblico, arrivato ormai al 70%.

Sono proprio questi i criteri presi in forte considerazione dal Governo nella stesura del nuovo Budget. Come del resto è stato annunciato dal nuovo Cancelliere, l’intento è quello di risanare la spesa pubblica al fine di abbattere e mantenere sotto controllo il debito pubblico.

L’approccio di questa rigorosa manovra è basato su:

–         Tagli nel settore pubblico: tali tagli andranno a riguardare vari dipartimenti della Pubblica Amministrazione e detemineranno una differente politica di aiuti da parte dello stato nei confronti dei cittadini. Ciò si traduce in:

  • Tagli nel settore difesa ed in tutti gli altri dipartimenti al fine di determinare un contenimento della spesa per gli investimenti;
  • Blocco negli aumenti degli stipendi per i dipendenti del settore pubblico per due anni;
  • Sono stati completamente ridisegnati gli aiuti dello Stato alle famiglie. Ad esempio viene abolita la detrazione per ogni figlio per i  redditi superiori a 40.000 Sterline annue per quanto riguarda le spese scolastiche, perchè secondo il Cancelliere  Osborne si rende necessario introdurre maggiore equità nel sistema degli aiuti Stato/Cittadini. E’ previsto anche un congelamento degli aiuti finanziari che lo Stato concede per ogni figlio;
  • Saranno ricontrollati tutti gli aiuti concessi da parte dello Stato nei confronti delle persone che dichiarano invalidità e cambierà la procedura di rilascio di tale tipo di sostegno; sarà resa obbligatoria una certificazione medica.

–         Immissione di nuove imposte con l’intento di accelerare il processo di risanamento. In particolore sono state prese tre importanti decisioni:

  • Aumento a partire dal quattro Gennaio 2010 della VAT che passerà dall’attuale 17,5% al 20%;
  • Leavy Tax, ossia una tassa sulle Banche basata sugli incrementi patrimoniali;
  • Aumento della Capital Gain Tax per i redditi alti che raggiungerà l’aliquota del 28%.

Pertanto il Governo cerca di dare una forte scossa con l’intento di aggredire il Deficit al fine di avere un’effetto immediato nel blocco della crescita del debito Pubblico e lo fa sostenedo che la sua azione stabilirà anche maggiore equità in campo sociale.

Tuttavia c’è da domandarsi questo:

–         I provvedimenti presentati agiscono realmente nel campo dell’ equità?

–         Qual’è l’ impatto delle manovre di risanamento sulla crescita?

In relazione al primo quesito, senza addentrarmi troppo nelle more di ogni singolo provvedimento, ritengo che i tagli della spesa pubblica debbano seguire l’obiettivo di aumentare l’efficenza favorendo solo quei cittadini che si trovano a vivere uno stato di bisogno effettivo, sia da un punto di vista sanitario che da quello economico per quel che riguarda il reddito.

La questione in questo caso è cercare di capire se la soglia di 40.000 Sterline individuata dal Cancelliere sia equa oppure penalizzi il ceto medio che ad oggi sta vivendo in una forte condizione di disagio, causa la continua incertezza dal punto di vista dell’occupazione. Personalmente avrei spostato la soglia un po’ più in alto, intorno a 50.000 Sterline annue.

In relazione al secondo quesito in questo caso siamo nella totale incertezza, ma cerchiamo di trarre qualche considerazione.

Da un punto di vista fiscale, la principale misura adottata è stata di sicuro la crescita della VAT, la quale rappresenta una tassa sul consumo che colpisce in modo indistinto e indiscriminato tutti i ceti:

–         Imprese

–         Fasce deboli

–         Fasce alte

Il timore è che ciò produrrà un blocco nella ripresa che già era stata colpita dalla perdita del sostegno pubblico, causa la riduzione della spesa.

La conclusione che posso trarre è la seguente: il Governo sta cercando con questo tipo di finanziaria di risanare l’economia, cercando di aggredire il deficit al fine di arrestare queste variabili e dare pertanto ai cittadini un’ economia nuovamente solida, in cui il primo beneficio sarà di certo la riduzione degli interessi sul debito ed il secondo la possibilità per lo stato di riuscire a reinvestire.

Tuttavia secondo molti osservatori, questo mix di azioni di rigore basato su tasse e riduzione della spesa pubblica è stato considerato troppo aggressivo e pertanto non necessario, poichè la ripresa ancora non è compiuta e questo tipo di azione rischia di bloccare la crescita definitivamente.

In questo caso il Governo ha scommesso tutto sull’effetto positivo che andrà ad essere prodotto dal risanamento. Personalmente non mi sento di criticare in toto questa impostazione, tuttavia penso che si sarebbe potuto evitare di sicuro l’incremento della VAT anche a costo di dilatare di un’ annualità il rientro del debito. Ritengo che la VAT non sia una tassa equa poichè ha ripercussioni su tutti, indipendentemente dal loro reddito o condizioni pesonali. Io avrei evitato l’incremento anche perchè questa misura si pone in contrasto con l’ equità tanto conclamata dietro le misure prese.

Vedremo nei prossimi mesi quali saranno i risultati.

IDEE PER IL RILANCIO


In un contesto in cui le iniziative finalizzate alla ripresa dell’ economia nazionale sono alquanto limitate dai vincoli di bialncio, l’Italia cerca di mettere in campo un’ iniziativa di rilancio a costo zero per le finanze pubbliche.

Il tutto si basa sul tentativo di riforma per mezzo di legge ordinaria dell’articolo 41 della costituzione, il quale cita:

L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Attraverso questa iniziativa, che seguendo le voci provenienti da Palazzo Chigi verrà messa in campo tramite decreto per poi passare a legge ordinaria, lo Stato cerca di raggiungere il seguente obbiettivo: consentire agli imprenditori di superare il meccanismo delle denuncie di inizio attività mediante la presentazione di una autocertificazione tesa a dimostrare il rispetto dei requisiti necessari all’ esecuzione di una determinata attività di impresa.

Si rende necessario capire se tuttavia questa semplificazione sarà in grado di produrre gli effetti che il governo spera di raggiungere, ossia:

–          Determinare un’allentamento dei requisiti iniziali al fine di rendere più semplice e pià breve il processo di apertura di un’ impresa, in modo da avere un incremento dal lato dell’offerta ;

–          Determinare un’incremento del tasso di attrazione degli investimenti dall’estero verso l’Italia. Ciò dovrebbe favorire una crescita poichè renderà più semplice iniziare ad operare nel nostro Paese.

Prendendo atto di queste buone intenzioni, sottolineando come cerchino di aggiungere un po’ di liberalismo in un sistema economico totalmente ingessato da lacci e lacciuli amministrativi, si rende necessario capire se questa azione sarà in grado di raggiungere gli obiettivi sperati.

In relazione a quella che è la mia esperienza lavorativa diretta in Italia ed in Inghilterra, non penso che ciò sarà sufficiente al raggiungimento dei traguardi prefissati poichè:

–          Al momento il Governo continua a stabilire l’obbligo di autocertificazione con verifica successiva dei requisiti ed il rilascio di permessi da parte delle autorità. Pertanto la verifica del possesso dei requisiti continuerà ad essere sempre necessaria e sarà impossibile stabilire, almeno in base alle notizie che circolano fino ad ora, una situazione simile a quella che abbiamo in Inghilterra in cui il soggetto imprenditore, escludendo alcune attività specificatamente elencate, attiva da sè e decide da sè come fare il proprio business senza mai dover richiedere in un futuro nessun permesso obbligatorio;

–          Continua ad essere necessario per molte attività al dettaglio la denuncia di vicinato per la quale è necessario nulla osta da parte dei comuni;

–          Continua ad essere obbligatorio il passaggio presso un Notaio, vero problema in termini di costi e di organizzazione del business, al fine di potere costituire una nuova iniziativa imprenditoriale.

Queste sono le principali obiezioni che mi sento di muovere nei confronti di questa idea che comunque nasce da un principio valido: “aumentare la libertà d’ Impresa con l’intento di favorire la crescita del mercato interno”. Tuttavia, come spesso accade in Italia, tale processo rappresenta un’ opera incompiuta poichè non fa che posticipare la presentazione dei requisiti ad un momento successivo senza intaccare affatto i reali vincoli che ancora ingessano le imprese italiane nella miriade di passaggi amministrativi necessari per essere imprenditori.

Rimando a breve nuovi approfondimenti.

St Matthew eAccounting nominata da HSBC per il concorso Start-up Stars Awards


logo concorso start-up starsSono molto orgoglioso di comunicare che la compagnia per cui lavoro è stata presa in considerazione come partecipante ad un prestigioso consorso per business di successo. La notizia è arrivata ieri nel pomeriggio ed a breve sarà resa ufficiale. St Matthew eAccounting è stata nominata come canditata al concorso per le nuove imprese di successo istituito da HSBC (istituto bancario più importante del Mondo che conta 650.000 impiegati in 82 paesi) .

Il concorso giunge quest’anno alla 10° edizione e celebra il raggiungimento degli obbiettivi dei migliori talenti imprenditoriali nel Regno Unito, includendo anche le Channel Island e l’Isle of man.

Con il più del 1000% come tasso di crescita nell’ultimo anno, St Matthew eAccounting rientra anche nelle prime 50 compagnie di successo in UK, con buon posizionamento anche per quel che riguarda le classifiche mondiali. Ora la compagnia sarà invitata alla finale nazionale che si terrà il 18 Ottobre 2010 al London’s Dorchester Hotel, per scoprire chi sarà il vincitore della somma di 50.000 Sterline messe in palio per la compagnia più meritevole.

Ma le buone notizie non sono finite. Infatti St Matthew è stata invitata anche ad un meeting esclusivo con l’ufficio che fa testa ai manager commerciali della banca a livello mondiale. Solo 10 aziende sono invitate a tale meeting e sarà una grossa opportunità per discutere con i “Big Boss” nuove soluzioni e migliori vie di sviluppo, che avranno di certo un effetto positivo sui nostri clienti.

Non potremmo essere più onorati di poter partecipare a questa competizione, soprattutto perchè indirettamente costituisce il segnale che la nostra compagnia sta facendo bene. Ciò dimostra che anche ad un livello superiore, il lavoro duro e l’integrità professionale portano a traguardi completamente inaspettati. Ora non resta che incrociare le dita e fare il tifo per St Matthew eAccounting, continuando a lavorare come abbiamo sempre fatto, garantendo sicurezza e professionalità ad ogni nostro cliente.

LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE


Cerchiamo di fare una valutazione su quelle che sono state le azioni dei principali Governi Europei in tema di finanza pubblica.

Partendo dall’Inghilterra, il nuovo governo che da poco si è insediato non ha fatto che rispettare quelli che erano stati gli annunci fatti durante la campagna elettorale, ossia presentare un Budget d’ emergenza basato sul contenimento della spesa pubblica, andando a detrminare un taglio della stessa per un importo pari a 6 miliardi di Sterline.

Questa misura è stata avanzata al fine di determinare un freno alla dinamica fuori controllo del deficit pubblico, che aveva raggiunto ormai un valore pari al 10,7%.

Questa azione dimostra che le passate misure basate sugli incrementi della spesa pubblica controllati con soglia al 2% (in cui tale aumento avrebbe dovuto seguire i normali trend dell’inflazione pertanto avere un’effetto neutro per le casse pubbliche), sono completamente saltate e si è arrivati ad avere una perdita di controllo determinando un’incremento del Debito Pubblico, il quale ha ormai raggiunto una consistenza in termini assoluti diventando, come mai fino ad ora successo, un fattore macroeconomico da monitorare con particolare attenzione.

La Spagna, ormai costantemente monitorata, ha prodotto una forte azione di controllo diretto sulle autonomie locali producendo due misure molto drastiche:

1)      Divieto a tutte le autonomie locali, comuni e regioni, di produrre debito

2)      Blocco della spesa per investimenti in campo infrastrutturale, ad eccezione di operere necessarie per colmare bisogni primari. Ciò significa dare un blocco totale a tutti quei processi di rinnovamento urbanistico che avevano ormai caratterizzato negli anni tutte le principali città spagnole

La Germania ha posto misure molto più drastiche; il Governo ha agito con norma costituzionale, imponendosi entro il 2016 il raggiungimento del rapporto Deficit/Pil inferiore allo 0,35%.

Queste sono le principali misure che l’Europa ha messo in campo in tema di contenimento della spesa pubblica con l’intento di produrre un freno alle speculazioni.*

Tuttavia resta da capire se queste misure siano necessarie al fine di produrre:

–          Sostegno della crescita economica;

–          Risanamento della spesa pubblica;

–          Mantenimento del tessuto sociale.

In una precedente intervista il Ministro Tremonti ha affermato: “E’ ormai finito il tempo della spesa pubblica usata come bancomat”. Questo significa che è necessario che vi sia una seria presa di responsabilità da parte dei vari governi nel capire che è necessario cercare processi di efficenza nella gestione della Spesa Pubblica.

Il punto ora è cercare di capire se i governi nazionali siano in grado di gestire il tutto autonomamente oppure se si rende necessario avere un maggiore processo di coordinamento.

La Germania a tal proposito, vista anche la sua futura impostazione in merito alla finanza pubblica, ha lanciato una proposta forte, la quale segue i malumori interni a seguito del supporto dato nel salvataggio della Grecia: avere un reale controllo a livello Europeo sulle misure di finanza pubblica dei rispettivi paesi con potere di veto ossia avere un strumento direttivo tra i vari ministri economici che agisca da struttura in grado di verificare, approvare e modificare le politiche interne.

Al momento su questa proposta in Europa non si è ancora aperto un vero e proprio dibattito ma penso che, come al solito accade, si troverà una soluzione MEDIOCRE.

Volendo dare la mia personale opinione dico:

–          In relazione alle varie misure di finanza pubblica sopra riportate, dovranno essere tutte verificate in tema di efficacia, ovvero bisognerà verificare che gli obiettivi previsti siano raggiunti. Riguardo alle azioni intraprese, ritengo che tutte le impostazioni siano corrette poichè si basano sul miglioramento della gestione dello Stato in tema di efficienza da una parte ed eliminazione di quelle spese che vista la congiuntura economica sfavorevole è meglio evitare. Così facendo si cerca di dare anche un segnale ai cittadini che l’effetto bancomat inizi a ridursi;

–          In relazione ad una soluzione comune a livello Europeo avanzata dai Tedeschi, vado a riprendere dei concetti sostenuti in un’articolo precendente. La moneta unica è ormai una realtà grazie alla qualle si è riusciti ad avere stabilità in tema di valute, tassi di interesse e contenimento, avendo come effetto quello di controllare l’inflazione. Tuttavia questi fattori di stabilità rischiano di sparire nel momento in cui si scopre che i bilanci pubblici dei principali paesi Europei sono in una situazione altamente a rischio: se si trattasse di imprese private, i registri contabili sarebbero già in tribunale.

La soluzione Tedesca ha senso perchè si cerca, sfruttando l’unione monetaria, di avere anche unità in tema di politiche economiche. Si cerca quindi di dare alla moneta oltre che un senso economico, anche un senso sociale, poichè un’ azione di controllo delle politiche economiche permetterà domani di introdurre in tutta Europa i migliori modelli gestionali, frutto dell’ esperienza del singolo stato.

Questa soluzione è da considerarsi come la strada maestra da seguire. Il problema è che ad oggi in Europa esiste una sostanziale debolezza politica, vera resposabile della crisi, poichè esiste un parziale strumento di controllo della finanza pubblica che è:

  • Mastricht da una parte con la soglia del rapporto deficit/pil
  • Ecofini dall’altra che fornisce un via libera alle varie finanziarie

Il punto è: se non vi sarà una forte presa di posizione da un punto di vista politico, basata sul reale intento di far fare all’Europa un salto di qualità in tema di Unità, ogni nuova soluzione o nuova struttura sarà solo una replica di quanto già abbiamo, con tutte le debolezze che ne sono emerse. Tuttavia questo sarà un dibattito che prima o poi si dovrà aprire perchè penso che nessuno domani sarà in grado di accettare nuovi prestiti ponte o soluzioni di emergenza. La Germania su questo punto è stata chiara; tra le righe il senso della loro nuova norma costituzionale in tema di finanza pubblica va in questa direzione.

Fiducioso in positivi sviluppi vedremo, cosa accadrà

UN COMMENTO ALLA RECENTE FINANZIARIA.


Il governo Berlusconi, rispettando le dovute tempistiche legislative, ha presentato la prima manovra finanziaria a seguito delle turbolenze causate da quello he possiamo definire « EFFETTO GRECIA » . Nella sua presentazione ed in quelli che sono stati i primi commenti dei giornali questa manovra viene caratterizzata come una “richiesta di SACRIFICI”.

Cerchiamo di fare un commento sui principali provvedimenti che sono stati messi in campo al fine di garantire il rientro del nostro paese in quelli che sono i parametri di Maastricht entro il 2012.

Il nostro governo si è impegnato ad essere conforme ai parametri entro 2 anni mediante dei correttivi che hanno incidenza per un importo pari a 24 Miliardi di Euro. Entrando nel merito della finanziaria possiamo vedere che tale copertura viene garantita con :

–          Riduzione delle finestre di pensionamento

–          Blocco degli stipendi pubblici

–          Inasprimento nelle misure antievasione, con particolare interesse al redditometro

–          Tagli dei costi della PA e della politica

I primi due punti possono essere considerati interventi aventi un impatto certo e immediato  con capacità di riuscire a garantire dei parametri finanziari misurabili, in quanto:

–          È possible prevedere quante persone saranno in grado di andare in pensione con i nuovi parametri, pertanto possiamo stimare il risparmio in base a quanti non saranno pensionabili;

–          È possible stimare con certezza il risparmio relativo ai mancati aumenti di denaro che non verranno riconosciuti in favore dei dipendenti pubblici.

Detto ciò, il governo è in grado di presentare dei dati numerici certi è stabili.

Entriamo ora in quelle che sono le misure che hanno un forte grado di incertezza nelle azioni che il Ministro Tremonti ha cercato di mettere in azione:

–          Misure antievasione: in questa fase possiamo individuare un’ azione del governo che si muove cercando di migliorare le azioni di verifica nei confronti degli individui al fine di poter individuare la fascia di evasione tramite il contributo delle persone fisiche. Infatti un provvedimento teso all’abbassamento della soglia delle operazioni bancarie da 12.500€ a 5.000€ cerca di:

  • Monitorare la pesa dovuta al fatto che, a causa della scarsa competizione fiscale, gli individui preferiscono non richiedere fatture ed eseguire pagamenti in contanti, andando ad utilizzare le loro disponibilità presenti nei conti correnti. Un’abbasamento della soglia andrà a determinare in futuro l’obbligo di dovere gustificare l’uso del denaro, sperando che i cittadini richedano sempre più frequentemente le fatture;
  • Monitorare direttamente i conti correnti al fine di capire se gli idividui tramite I loro conti personali generano un livello si spesa superiore rispetto a quanto specificato nella dichiarazione di reddito personale: se un individuo dichara un reddito personale di 20.000 Euro ed ha una movimentazione sul conto corrente di 30.000 Euro (escludendo risparmi o donazioni), dovrà essere in grado di dimostrare la provenienza di tali fondi. Ciò costituiva un obbligo anche precedentemente con soglia fissata a 12.5000 Euro; abbassando tale soglia di monitoraggio si spera di riuscire ad avere una capacità di controllo più consistente ;
  • Stabilire un “Redditometro”, al fine verificare la coerenza tra i parametri economici dichiarati dagli individui nelle dichiarazioni fiscali e quelle che sono le loro spese per alcune tipologie di investimenti o acquisti . L’intento è quello di mettere in evidenza le incongruenze tra il dichiarato e il tenore di vita reale.

Detto questo cerchiamo di capire quelle che sono le azioni che andranno ad incidere sul contenimento dei costi nella gestione della Pubblica Amministrazione :

–          Razionalizzazione e soppressione alcuni enti pubblici;

–          Azioni di contenimento sui salari dei manager della pubblica amministrazione;

–          Abolizione delle piccole Provincie;

–          Taglio dei costi della politica.

Queste misure, sulle quali esiste la più assoluta incertezza, dovrebbero mettere in moto un meccanismo di miglioramento della gestione della cosa pubblica da parte dei nostri Amministratori.

Tuttavia qual’è stata la reazione immediata?

Diciamo che, come al solito, è stata accesa una miccia e le reazioni sono state esplosive:

–          Il taglio delle province da sempre auspicato, vista la totale inutilità di queste sovrastrutture, ha creato immediate tensioni nella maggioranza di governo e comunque reazioni negative da parte dell’ opposizione che aveva anche essa tentato tale taglio per migliorare il governo, senza riuscirci;

–          I nostri cari amministratori hanno previsto un taglio del 10% sui propri stipendi, ma con effetto solo oltre gli 80.000€ di fatturato, senza alcuna misura sulle indennità nel momento di cessazione della carriera politica

–          Ancora da definirsi sono le modalità di taglio degli Enti. In ogni caso i maggiori problemi sono riscontrati nelle regioni e nei comuni, dove il è consolidato meccanismo ormai drogato delle strutture miste, diventate delle vere e proprie miniere di clientelismo, necessarie solo ad avere il controllo dell ‘elettorato locale, senza alcuna reale funzionalità e utilità per le comunità.

Pertanto questa finanziaria, così come tutte quelle che hanno da sempre coinvolto il nostro Paese, penalizza i cittadini ed agisce direttamente sulla loro situazione, mentre la nostra classe politica non è in grado di prendere delle decisioni per migliorare l’ efficienza gestionale della cosa pubblica e si cerca di scaricare come al solito il problema sull’ evasione fiscale. Certamente l’evasione è un male e produce diseguaglianza sociale, ma come dar torto ad un libero cittadino che non vuole girare per intero il proprio reddito ad un Governo che non si dimostra in grado di gestire efficientemente le risorse disponibili?

Basta guardare alle modalità di gestione degli appalti e a come la politica riesce a giustificare incrementi nella spese per garantirsi le posizioni elettorali.

O diamo uno sguardo alle società miste, al meccanismo dei rimborsi e delle sovrastrutture politiche. Gli esempi potrebbero susseguirsi all’infinito.

Diciamo che qualsiasi azione lo Stato andrà ad attivare nei confronti dell’ evasione sarà sempre debolmente efficace poichè sarà sempre presente un dislivello tra gli obblighi fiscali dei contribuenti nei confronti dello Stato e le questioni possibili in merito alla classe politica ed ai privilegi di cui questa gode. Come mai non si è mai parlato di una comparazione tra la situazione economica e patrimoniale di un politico prima e dopo il proprio mandato?

Dal mio punto di vista, ogni azione giuridica al fine di essere pienamente efficace dev’ essere più che equa, ossia vi deve essere parità di trattamento tra contribuenti e classe politica: al momento l’amministrazione pubblica ed i suoi dirigenti si chiudono a riccio in una nuvola di opacità, mentre ai cittadini si chiede di essere assolutamente trasparenti. Nella gestione di un Governo civile, credo che la trasparenza sia molto più rilevante quando riguarda gli amministratori, piuttosto che gli amministrati.

Mi dispiace dirlo, ma su questo gli Inglesi ci danno un vera lezione di civiltà: per poche miglia di Sterline annue, Ministri e Politici si sono dimessi poichè avevano impropriamente abusato del meccanismo del rimborso delle spese. Da noi tutti i nostri governanti spendono senza limiti, mentre Direttore Generale del Tesoro Inglese non ha esitato a consegnare le proprie dimissioni per 40.000 sterline ricevute in 5 anni.

In Italia è necessario arrivare almeno a qualche paio di milioni, guardiamo al caso Scajola, dove tuttavia si apre sempre una schermata di vittimismo e di difesa corporativa.

In ogni caso vedremo nei prossimi giorni e settimane come queste misure si attiveranno e se magari un dibattito costruttivo, molto lontano dalla semplice demagogia tanto usata nel nostro paese, possa far nascere maggiore equità in generale.